Alimentazione e tumore al seno: facciamo il punto.
Tra le patologie tumorali che maggiormente colpiscono le donne in Italia (dati AIOM 2018) troviamo il tumore al seno, seguito da quello all’endometrio e alle ovaie. Ecco alcune buone regole alimentari e di stile di vita da seguire, perché ormai dovrebbe essere ben noto: non esiste un’ alimento miracoloso, un elisir di salute, piuttosto quello che conta è il così detto “pattern alimentare ” dove qualità, quantità, frequenza degli alimenti consumati riescono a modulare il rischio di sviluppare un tumore. In più gli alimenti non vengono mai consumati da soli, ma sempre all’interno di un pasto e in combinazione con altri alimenti per formare un modello alimentare. Diversi studi hanno messo in evidenza come ci siano modelli alimentari associati ad un minor rischio di tumore della mammella e che questi modelli alimentari protettivi siano basati su alti consumi di vegetali e fibra, e un basso consumo di carne o alimenti fortemente processati. Questi modelli alimentari, insieme ad un’adeguata attività fisica, sono un potentissimo strumento di prevenzione che ogni individuo può personalizzare attivamente per prevenire il rischio non solo di tumori ma anche di patologie metaboliche e cardiovascolari.
Il modello preventivo per eccellenza è rappresentato dalla Dieta Mediterranea
Ci sono poi, oltre alla dieta, altri fattori di rischio (es. abitudine al fumo, sedentarietà, peso). Migliaia di studi su dieta e cancro sono stati pubblicati negli ultimi decenni: per riassumere i risultati e produrre raccomandazioni alla popolazione basate sull’evidenza, il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro (World Cancer Research Fund – WCRF) ha fatto un’opera di revisione di tutti gli studi scientifici sul rapporto fra alimentazione e tumori (compreso il tumore della mammella) allo scopo di studiare in che misura dieta, attività fisica e composizione corporea sono associate al rischio di tumore. Il fine di questo lungo lavoro è comprendere, innanzitutto, in che misura dieta e stile di vita possano modificare il rischio di insorgenza dei tumori, in modo da poter diffondere, in un secondo tempo, raccomandazioni basate su solide evidenze scientifiche, per ridurre il rischio di sviluppare il cancro. A maggio del 2018 è stato pubblicato il terzo report del WCRF che espone gli ultimi aggiornamenti di queste raccomandazioni.
Riguardo al rischio di sviluppare un tumore mammario, gli esperti del WCRF hanno osservato che l’attività fisica, sia moderata che vigorosa, e l’allattamento al seno esercitano un effetto protettivo nei confronti della malattia. Al contrario l’aumento di peso in età adulta e il consumo di bevande alcoliche innalzano di molto la percentuale di rischio di ammalarsi o sviluppare delle recidive.
Da queste evidenze emerge in modo chiaro come sia fondamentale controllare il proprio peso corporeo, in modo da mantenerlo, nell’arco di tutta la vita, nell’intervallo corretto. Per avere un’idea di seguito trovi un’utile tabella con il conteggio da fare per capire in quale intervallo sei attualmente.
L’attività fisica, fondamentale per diminuire il rischio di sviluppare tutte le tipologie di tumori femminili, può senza dubbio contribuire a raggiungere e mantenere il corretto peso forma, insieme ad una sana alimentazione e può contribuire a migliorare la composizione corporea.
Lo sport è un’«arma» in più contro il cancro
Analizziamo insieme alcuni alimenti e gruppi specifici in relazione alle ultime evidenze scientifiche.
Frutta e verdura
Nonostante diversi studi facciano presupporre un ruolo protettivo del consumo di frutta e verdura per il tumore della mammella, le evidenze del WCRF sono limitate. Un grosso studio, il Pooling Project of Cohort Studies, ha evidenziato una riduzione del rischio di sviluppare tumori della mammella che non esprimono il recettore per gli estrogeni (E.R). Tra le possibili componenti protettive della frutta e della verdura sono emersi, in particolare, i carotenoidi. Alti livelli circolanti di beta-carotene, luteina e carotenoidi totali sono stati associati ad una diminuzione del rischio di tumore al seno in modo convincente. Non facciamoci mancare, quindi, carote, zucca, albicocche, anguria, pomodori, melone…
Via libera anche a vegetali a foglia verde, anche come antipasto.
Bevande alcoliche
Il consumo di alcol è associato ad un aumento di rischio di tumore della mammella, sia in premenopausa che in menopausa. I meccanismi che supportano l’ipotesi del ruolo dell’alcol nella cancerogenesi sono diversi e complessi. Importante limitarne il consumo. Per le donne il limite è un’unità alcolica, per gli uomini si arriva a due.
Latticini
Per quanto riguarda il consumo di latticini (somma di latte, yogurt e formaggi), il WCRF ha mostrato una significativa riduzione del rischio associata al consumo di 200 g al giorno nelle donne in premenopausa, mentre l’associazione non è significativa in menopausa. Inoltre, una dieta ricca in calcio sia in premenopausa che in menopausa è associata ad una riduzione del rischio di tumore alla mammella (consumo di 300 mg al giorno di calcio).
È importante ricordare ancora due cose:
Per concludere ricordiamoci di non abusare di alimenti processati. Un grande studio prospettico ha rilevato che un aumento del 10% del consumo di cibi ultra-processati nella dieta giornaliera si associa ad una incremento di più del 10% nel rischio di cancro totale e di cancro alla mammella.
Ricordiamoci poche e semplici regole:
1. Utilizzare cereali integrali, legumi, verdura e frutta
2. Ridurre il consumo di cibi processati (ricchi in grassi saturi, grassi trans, zuccheri semplici e sale)
3. Limitare il consumo di bevande zuccherate
4. Limitare il consumo di bevande alcoliche
Quale alimentazione seguire dopo le cure per un tumore al seno?
Le indicazioni valide per la prevenzione rappresentano una buona strategia anche per prevenire le recidive. L’importanza della dieta bilanciata in chiave preventiva, anche in caso di malattia è stata evidenziata ulteriormente in un recente studio da poco divulgato dall’ASCO frutto dell’analisi su oltre 49.000 donne statunitensi. L’alimentazione, come abbiamo detto, gioca un ruolo cruciale nel prevenire numerose malattie tra cui alcune forme tumorali. Meno scontato è invece il ruolo della dieta nel determinare la salute futura dopo una diagnosi di tumore. Se tante sono, infatti, le prove in merito alla riduzione del rischio di ammalarsi di cancro conducendo uno stile alimentare salutare, per quanto riguarda le evidenze sugli effetti dell’alimentazione ed una guarigione dal tumore in termini di riduzione di tempi e diminuzione dell’insorgere delle recidive siamo in possesso ancora di pochi studi significativi sull’argomento.
I ricercatori hanno esaminato 49.000 donne in post-menopausa di età compresa fra 50 e 79 anni senza precedenti storie di cancro al seno, per comprendere l’impatto della dieta su una serie di parametri. In particolare gli scienziati hanno diviso i partecipanti in due gruppi: nel primo erano comprese le donne con un’alimentazione in cui il grasso costituiva il 32% o più delle calorie giornaliere.
Nel secondo la dieta prevedeva un massimo di grassi pari al 20% e almeno una porzione di verdura, frutta e cereali nella giornata.
Dopo la dieta i ricercatori hanno continuato a seguire le donne monitorandone la salute.
Dalle analisi è emerso che, con una dieta bilanciata e povera di grassi, c’è stato un miglioramento dello stato di salute generale a breve e nel lungo termine.