"Comfort food": di cosa si tratta?
Potremmo tradurre con “cibo di conforto”, cioè un cibo rassicurante, legato a piacevoli ricordi dell’infanzia, un cibo che procura un sentimento nostalgico e affettivo nella persona che lo mangia.
Non si tratta sempre di un cibo con un alto livello di carboidrati, perchè dipende dalla storia di ognuno di noi quale sia il cibo associato all’idea di conforto. In generale il “comfort food”, indipendentemente dalla sua composizione più o meno salutare, tende spesso ad essere assunto non per una fame fisiologica, ma per compensare una situazione di disagio fisico o psicologico, ad esempio un momento di solitudine in una persona che, in quanto “animale sociale”, ha bisogno continuamente di relazioni, possibilmente soddisfacenti.
L’uso del cibo può anche essere come antidepressivo naturale; quando questo uso diventa un abuso, a volte difficile da controllare, può portare ad effetti collaterali importanti, come l’aumento di peso.
Più che negare certi cibi, è importante comprendere che è necessario orientarsi verso uno stile di vita alimentare equilibrato, che preveda anche l’utilizzo di “comfort food”.
I tentativi di controllare il proprio peso tramite l’esclusione selettiva di vari alimenti considerati pericolosi sono spesso inutili, in quanto tali alimenti, per il fatto stesso di essere proibiti, possono diventare irresistibili, conducendo a cadere nell’abuso. Più si lavora sulla qualità, organizzando bene i vari pasti della giornata (colazione, pranzo e cena) e componendoli in modo completo, meno ci sarà bisogno di eccedere con la quantità. È importante riconquistare il gusto, il piacere e dar valore alla qualità.
L’alimentazione è fondamentale per la sopravvivenza ma è necessaria anche per una buona qualità di vita; non dimentichiamo che il cibo ci regala anche piacere. La ricerca scientifica ha dimostrato che diete eccessivamente restrittive possono provocare squilibri nutrizionali e disturbi del comportamento alimentare. È importante uno stile alimentare su misura, con una combinazione di alimenti, scelta in base ai propri fabbisogni e tale da assicurare una dose di piacere personale e sociale nell’atto alimentare, evitando rigide prescrizioni uguali per tutti. Dunque l’atteggiamento corretto evita la demonizzazione di determinati nutrienti (grassi, zuccheri, ecc.) e degli alimenti che li contengono. Sarà necessario prevedere, imparando ad inserirli e godendoseli appieno, tutti i cibi che per noi rappresentano simbolicamente un ricordo piacevole. In parallelo è fondamentale favorire uno stile comportamentale più attivo di fronte agli eventi stressanti, per evitare che l’unica alternativa sia la ricerca del cibo. Più alternative riusciamo a costruire, più facile sarà scegliere strategie diverse, funzionali nei momenti di difficoltà in modo che quando sceglieremo consapevolmente di mangiare un “comfort food” lo faremo godendoci gusto e ricordi senza sensi di colpa e senza effetti collaterali.